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Gli innumerevoli prodigi che la Madonna del Pozzo continuo’ a compiere da quel giorno, lo selo dimostrato dai Religiosi Francescani nel diffondere il culto, soprattutto da parte di S. Egidio da Taranto, fecero si che la fama del Santuario si divulgasse in tutto l’ex regno di Napoli.
Pio VII con due Rescritti del 1809 arricchiva la Chiesa di S. Maria del Pozzo di Indulgenze plenarie e parziali, e Gregorio XIV, oltre ad altre Indulgenze, dichiarava l’Altare maggiore “privilegiato quotidiano perpetuo”.
Pio IX poi, che con “motu proprio”, datato da Gaeta il 18 maggio 1949, approvava l’Ufficio e la Messa speciale di Maria SS. del Pozzo.

L’immagine trovata nel pozzo, fu collocata dal Tanzella nella sagrestia della nuova cappella

Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie

che non era stata ancora completata. Da questo piccolo provvisorio trono di gloria, la Madonna cominciò ad operare i più strepitosi miracoli.
Tutti i miracoli della Madonna del Pozzo finirono per farla incoronare il 20 Maggio del 1852.

 

Nel 1849 il Duca di Serracapriola chiese al Re, come sindaco apostolico degli alcantarini, di acconsentire all’incoronazione in oro della prodigiosa icona della Madonna del Pozzo.
La richiesta approdò prima nel consiglio di Stato il 23 maggio 1850. Il Re concesse di buon grado l’approvazione, memore ancora del pellegrinaggio a Capurso ai piedi della Vergine, era il 15 maggio 1850.
Gli alcantarini e i devoti della Madonna del Pozzo si misero subito al lavoro alla preparazione dei “Titoli” da inviare a Roma al Papa.
Gli Atti del Processo furono esaminati dal Capitolo vaticano il 14 settembre che nello stesso giorno sancì l’incoronazione in oro della sacra icona della Madonna del Pozzo di Capurso. La velocità con la quale si

Il Card. Mario Mattei

autorizzò l’incoronazione fu data dalla grandissima attenzione data alla Vergine del Pozzo dalla moltitudine di fedeli, semplici popolani, vescovi, alti prelati, dal Re in persona e dal Papa.
Pio IX dispose che il Card. Mario Mattei, Arciprete del Capitolo Vaticano, si recasse a Capurso per incoronare in oro l’Immagine miracolosa. L’evento fu fissato per il 20 maggio 1852.

 

In tutto il Regno di Napoli si raccoglievano le offerte per le spesa da affrontare per l’evento. Le corone della Vergine e di Gesù bambino furono donate dal Capitolo vaticano, lavorate a

Affresco incoronazione

Roma sul modello di quelle reali di Spagna. Il Papa volle affidare al Cardinal Pontella dei Conti Mattei, arciprete della Basilica Vaticana, il compito di incoronare la Madonna a Capurso. L’alto prelato fu accompagnato dai canonici Alberto Barbolani e Lorenzo dei Conti Lucidi, un viaggio festoso e trionfale, attraversò la Campania e la Puglia per giungere a Capurso la sera del 16 maggio, accolto da esultanza popolare.
I festeggiamenti ebbero subito inizio con il triduo di preparazione. Si respirava a Capurso aria di festa, le vie erano abbellite da scenografiche luminarie in stile gotico, come la facciata del Santuario al cui lato si ergevano due orchestre per le bande musicali.

 

Il 20 maggio il Card. Mattei salì fino alla nicchia, in cui ancora oggi è custodita l’immagine della Madonna del Pozzo e depose sul capo della Vergine e del Bambino le corone tra l’osanna dei presenti, il suono delle campane e l’applauso dei pellegrini giunti da ogni dove del Regno di Napoli.

mons. Michele Basilio Clary

Seguì la processione meridiana della statua lignea della Madonna del Pozzo con la partecipazione del Card. Mattei, delle autorità civili e militari del Regno e della sterminata miriade di fedeli e pellegrini.

 

Programma dei festeggiamenti
 dell’incoronazione del 20 maggio 1852

Ci sembra opportuna una precisazione: tutte le notizie riguardanti l’incoronazione ci sono pervenute solo attraverso il programma preparato dagli organizzatori e da documenti sparsi, venuti alla luce in questi ultimi anni.
La mattina del primo giorno, lunedì 17 maggio, pontificò solennemente mons. Michele Basilio Clary (nella foto a destra), arcivescovo di Bari; il secondo giorno il pontificale fu celebrato da mons. Giuseppe dei Bianchi Dottula, arcivescovo di Trani e Nazaret.

mons. Giuseppe Mucedola

Il 19 maggio, vigilia della festa, il pontificale spettò a mons. Giuseppe Maria Mucedola, vescovo di Conversano.
Teneva il pulpito Don Francesco Saverio Abbrescia, canonico della Real Basilica di S. Nicola di Bari e membro dell’Accademia romana di religione cattolica.

Anche le vie del paese erano state abbellite con fantasmagoriche luminarie di stile gotico che la notte spandevano tutt’intorno aria di festa.
Questa decorazione partiva dalla piazza e si snodava lungo tutta la strada che portava al convento, la cui facciata era illuminata a giorno da un gran prospetto, sormontato da una statua che rappresentava la Religione e da medaglioni raffiguranti la Vergine SS. del Pozzo, Papa Pio IX e Re Ferdinando II, mentre l’ingresso del convento era rivestito da un frontone, ai cui lati furono

Papa Pio IX

allestite due orchestre.
Il 20 maggio, giorno dell’incoronazione tanto atteso, fu tutto religioso.
 All’ora stabilita il card. Mattei fu prelevato processionalmente dalle sue stanze e accompagnato da tutto il clero presente in sagrestia, dove indossò piviale e mitra per dar inizio alla solenne cerimonia.

 

L’ingresso in chiesa fu quanto mai trionfale; preceduto da numerosissimo clero regolare e secolare, il Cardinale avanzò lentamente verso l’altare con i due Prelati assistenti al trono, i canonici del Capitolo Vaticano Alberto Barbolani e Lorenzo de’ Conti Lucidi.
Il Provinciale degli Alcantarini di Lecce portava su un vassoio d’argento le due corone d’oro. Ai piedi del trono il Cardinale, presenti il regio notaio, il sindaco apostolico degli Alcantarini e due testimoni, previo l’interrogatorio di rito, consegnava le due corone al Provinciale e per lui ai Frati Alcantarini, che da quel momento ne diventavano depositari e responsabili.
Letto alla presenza di tutti l’atto notarile, compilato dal Notaio Dott. Ermenegildo d’Alessandro di Capurso,

Affresco con corone borboniche originario

promulgate le indulgenze concesse dal sommo pontefice Pio IX, le due corone furono benedette e portate processionalmente all’altare della Vergine per essere depositate accanto ad esso, secondo quanto prescritto dal Rituale.
Venne finalmente il momento culminante di tutta la giornata…

Celebrato il pontificale, il card. Mattei riprese piviale e mitra e dinanzi al trono della Vergine recitò le preghiere di rito. Intonata poi l’antifona «Regina Coeli laetare», sali devotamente i gradini del trono e con le mani tremanti tra l’osanna dei cori, il suono dell’orchestra e l’applauso frenetico e incontenibile della folla che gremiva e circondava la Basilica fino all’inverosimile, depose le due artistiche corone sul capo del Bambino e della Vergine del Pozzo.
 Seguì una devota e ordinatissima processione nella quale si volle portare in trionfo l’immagine lignea della Madonna del Pozzo appena coronata.

Il legame tra i Borbone delle Due Sicilie e il Santuario della Madonna del Pozzo

Lapide della visita reali di Borbone

Nella memoria storica e popolare si ricordano le due visite di Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie a Capurso per far visita alla Madonna del Pozzo.
La prima, vide il Re con il suo seguito a Capurso durante un viaggio in Puglia l’8 maggio 1831.
La seconda, voluta ed organizzata con la presenza di tutta la famiglia reale, il 25 maggio 1847, per una visita ufficiale che ebbe come momento culminante la preghiera dei Sovrani ai piedi della Madonna del Pozzo.
Purtroppo la terza visita già programmata per la solenne incoronazione del 1852, non ebbe luogo perché a Napoli erano ospiti gli Imperiali Principi di Russia.
I frati alcantarini realizzarono in ricordo delle reali visite una grande lapide, che ancora oggi si può visitare nella sacrestia del Santuario.

Ricordiamo la grande devozione della regina Maria Isabella, madre di Ferdinando II, verso la Madonna del Pozzo.
Maria Isabella oltre ai molti donativi offerti, praticava il novenario di preparazione alla festa dell’ultima domenica d’agosto. Di sua iniziativa la realizzazione nella cappella di San Giuseppe di un ricco altare e una nicchia marmorea per la Madonna del Pozzo, che Papa Pio IX volle rendere ancora più celebre donando un grosso cero ricoperto di motivi floreali.
La Madonna del Pozzo di Capurso è compatrona dell’ex Regno delle Due Sicilie.