Cenni storici

Nell’anno 1705, un prete di Capurso, don Domenico Tanzella, che versava in gravissime condizioni, ebbe una visione: gli apparve la Madonna che promise la guarigione se avesse bevuto l’acqua

del pozzo detto di “S. Maria” della zona “Piscine”, ed eretto un Convento del rigido Istituto di S. Pietro d’Alcantara.

I suoi familiari quando furono messi al corrente della visione, corsero al pozzo di “S. Maria” e portarono all’ammalato l’acqua richiesta. Dopo che il sacerdote bevve di quell’acqua, i congiunti constatarono che guarì.

Qualche giorno dopo, e precisamente Domenica 30 agosto 1705, il prete volle rendersi conto del perché quel pozzo fosse tanto caro alla Madre di Dio.
Con suo fratello Lorenzo, con Michelangelo Portincasa e Giambattista Converso si recò al pozzo. Scesero con una scaletta a pioli: e qui si verifica una catena di prodigi.
Secondo la tradizione popolare, nella difficoltà della discesa, le candele, che avevano tra le mani, caddero in una conca d’acqua laterale e continuarono tranquillamente ad ardere e a far luce. Spronati ed incuriositi maggiormente dal prodigio, camminando sulle pietre che ingombravano parte del fondo, i quattro videro sull’intonaco, dalla parte di mezzogiorno, una bellissima immagine della Madonna (nell’immagine a sinistra l’icona sull’altare maggiore della Basilica), di stile bizantino, che li guardava sorridente.

Dopo aver pregato, il Tanzella decise di farla distaccare dal muro per esporla alla venerazione dei fedeli in una nuova cappella che stava facendo costruire in onore di san Lorenzo.

Da quel piccolo trono di gloria, la Madonna cominciò ad operare i più strepitosi miracoli. La fama dei miracoli, della guarigione del prete, si diffuse rapidamente in terra di Bari e oltre; folle di devoti si portarono ai piedi dell’immagine miracolosa.

Nel 1714, il sacerdote Tanzella, come voleva la Madonna, donò ai Frati Minori Scalzi (Alcantarini) la cappella e l’affresco ivi venerato. I frati, all’inizio del 1738 cominciarono a costruire il convento e la Basilica che fu aperta al culto la sera del 27 agosto 1778 con la collocazione della sacra immagine nella Cona dell’altare maggiore che da quel momento diventa uno dei tanti grandiosi troni della Madre di Dio.

A suoi piedi, tra i tanti devoti, trovò rifugio e tanto amore un grande santo: Egidio da Taranto. Nato nel 1729, nel 1754 è accolto dai frati Minori Alcantarini. Dopo la Professione Solenne dei voti di obbedienza, povertà e castità, nel 1759, quando l’obbedienza lo trasferisce al convento di san Pasquale a Chiaia di Napoli, sosta in questo nostro Santuario per venerare l’immagine delle Vergine del Pozzo.

Egli, giunto a Napoli, fece conoscere, amare e pregare la Santa Vergine del Pozzo, mentre questuava o visitava le case dei più poveri e bisognosi.

Nel 1850, dei tanti miracoli operati dalla Madonna alcuni furono presentati alla Santa Sede per chiedere l’incoronazione della miracolosa immagine. E il 20 maggio 1852, per volere del beato Pio IX, il Cardinale Mario Mattei (nella foto a sinistra), tra l’osanna dei cori, il suono dell’orchestra e l’applauso frenetico e incontenibile della folla, che gremiva e circondava la Basilica fino all’inverosimile, saliva devotamente i gradini del trono mariano, e con le mani tremanti, depose le due corone sul capo del Bambino Gesù e della Vergine.

A conclusione dei festeggiamenti, per ringraziare la Madonna di tanto grande onore concesso alla piccola Capurso, fu proclamata Celeste Patrona. Tale proclamazione fu confermata con pontificio Rescritto il 23 dicembre 1852.

Un momento della processione della statua all’arrivo in Piazza Umberto I

Successivamente fu inviata a Roma la richiesta del Decreto pontificio che sancisse il Patrocinio di Maria Santissima su Capurso. Ma a causa della soppressione degli ordini religiosi del 1866, ciò non fu possibile. Tornati i frati Minori, nell’agosto del 1920, si inviò nuovamente, nel gennaio 1954, una nuova richiesta che venne accolta il 12 febbraio 1954 dal beato Pio XII per mano del Card. Gaetano Cicognani.

A questa felice conclusione si giunse grazie a fra Bernardino Laricchia, frate minore, cittadino di Capurso e cultore di storia locale, che, col consenso dei confratelli e delle autorità civili, si adoperò a preparare la documentazione da consegnare alla Santa Sede.

La data scelta per la lettura solenne del suddetto Decreto fu quella del 20 maggio, 102mo Anniversario della Incoronazione. E infatti nella serata di quel solennissimo giorno, giunta la Processione del quadro sul sagrato della Basilica, alla presenza dell’Arcivescovo di Bari Mons. Enrico Nicodemo, del vescovo di Molfetta Mons. Salvucci, del vescovo di Conversano Mons. Falconieri, del vescovo di San Marco Argentano e Bisignano (Cs) il Venerabile Mons. Castrillo, delle autorità tutte, si diede lettura del Decreto.
Per la circostanza, il Sindaco di Capurso, Prof. Francesco Cardone, dopo un suo commovente discorso, donò alla Madonna un Cuore d’argento quale SIMBOLO dell’amore di ogni capursese per la Celeste Patrona.

A ricordo del Decreto di Pio XII che sanciva la suddetta proclamazione e per il perpetuarsi di tanta devozione verso la Vergine Santissima, l’8 dicembre 2014, l’Arcivescovo di Bari, mons. Francesco Cacucci, concesse alla città di Capurso il titolo di “Civitas Mariae” tra cori di devoti in festa.