Sant’Egidio da Taranto, frate Alcantarino, dopo aver visitato il Santuario di Capurso, presumibilmente nel 1759, anno del suo trasferimento a Napoli, ha diffuso nella chiesa di San Pasquale a Chiaia il culto della Vergine.
Giunto nel convento di Chiaia, si procurò un reliquiario nel quale inserì una miniatura raffigurante la Vergine di Capurso. Andava in giro elemosinando nei Quartieri Spagnoli e applicava la sacra immagine sugli infermi, la mostrava perché tutti potessero invocarla nel bisogno. Con il permesso dei superiori, ottenne una riproduzione ad olio dell’immagine e la collocò su un altare in una cappella della chiesa, davanti ad essa alimentava una lampada perenne. Qui pregava di notte per quanti si rivolgevano a lui. Sant’Egidio nelle sue preghiere notturne si rivolgeva alla Madonna del Pozzo e le ricordava i nomi, le strade, le case di quanti si trovavano nell’estremo bisogno, la Vergine rispondeva a tanta fiducia con miracoli così strepitosi che la sua invocazione divenne familiare nel popolo napoletano.
Fra Egidio morì il 7 febbraio 1812, ma il culto della Madonna del Pozzo ancora oggi a Chiaia non si spegne.
Nel 1967 il corpo del beato Egidio fa ritorno a Capurso tra una folla festante di fedeli.
Ancora una volta ritorna nel 1996 prima della sua canonizzazione avvenuta nel 6 giugno del 1996 da Papa Giovanni Paolo II

Beato Giacomo da Ghazir Haddad, francescano cappuccino.
Abuna (padre) Yaaqub El-Haddad, terzo di cinque fratelli, è nato in Libano il 1 febbraio 1875.
Nel 1892, mentre era in Egitto dove lavorava come insegnante, sentì la vocazione sacerdotale. Decise quindi di entrare nel convento cappuccino di Khashbau l’anno seguente. Yaaqub prese i voti perpetui nel 1898 e divenne sacerdote nel 1901.
Sulle orme di San Francesco d’Assisi, il beato libanese è stato un instancabile apostolo della carità, plasmata nella sua sollecitudine per le necessità fisiche e morali del prossimo. Subito dopo la prima guerra mondiale, padre Yaaqub acquistò la collina di Jall-Eddib dove voleva costruire una chiesa ed erigere una croce, che divenne presto un luogo di raccolta di sacerdoti malati, e di altri poveri che chiedevano assistenza.
Qui ha costruito (a Beirut – Libano) una chiesa in onore di “Notre Dame du Puits” (Madonna del Pozzo) nel luogo dove per un singolare prodigio, dietro le sue interminabili preghiere rivolte ad un’immagine della Madonna del Pozzo (trovata nella biblioteca del suo convento) ebbe termine l’angoscioso problema dell’acqua per il fabbisogno degli edifici da lui costruiti per gli indigenti.
Morì il 26 giugno del 1954, stringendo a sé una croce.
 E’ stato beatificato il 22 giugno 2008.
Vedi la chiesa di “Notre Dame du Puits” in Libano

Fra Emanuele Vidal

Verso il 1838 Fra Emanuele Vidal, fratello laico alcantarino di origine spagnola, si ammalò gravemente nel convento di S. Pasquale a Chiaia in Napoli.
Essendo ormai inutili tutte le cure e le medicine umane, egli si rivolse alla Madonna del Pozzo, della quale si venerava l’immagine nella stessa chiesa, e ottenne in breve tempo la sospirata guarigione. Tornato dopo un po’ di tempo a Roma, dove esercitava l’ufficio di sagrestano nella chiesa dei Santi Quaranta Martiri e S. Pasquale Baylon, presso il convento degli Alcantarini spagnoli, espose alla venerazione dei fedeli una immagine della Madonna del Pozzo.
Non contento di ciò, egli mandò altre immagini nei conventi degli Alcantarini della Spagna, che ebbero nelle loro chiese almeno un altare dedicato alla Madonna, venerata sotto questo titolo.
Dopo un decennio sia in Roma che in Spagna era talmente diffuso detto culto che era impossibile enumerare gli ex-voto che pendevano dagli altari su cui si venerava l’immagine della Vergine del Pozzo.
Molti nobili spagnoli ricorrevano per ottenere grazie a Fra Emanuele Vidal, il quale attesta che in quel periodo numerosi furono i miracoli ottenuti in Roma e in Spagna per intercessione della Madonna del Pozzo.