Immagine ArticoloCari amici, giunge nelle vostre case la “voce” della Basilica di Santa Maria del Pozzo! Giunge in un momento carico di attese e speranze per svariati motivi: le festività natalizie che vedono le nostre comunità ritrovarsi per condividere momenti di intensa familiarità, la conclusione di un anno e l’avvio di un nuovo tempo carico d’incertezza e tuttavia sempre aperto a segni di vita, di gioia, di pace, di amore…
Dallo scorso mese di ottobre abbiamo iniziato a percorrere e a vivere l’ANNO della FEDE. Anche la Basilica di Capurso, per questo particolarissimo anno, si propone come luogo significativo alla proposta e riscoperta del dono della Fede soprattutto nella tappa battesimale.
Del resto, la presenza e l’immagine del “Pozzo di Santa Maria”, ci riporta al luogo del fonte battesimale!
Lì, il candidato al battesimo, per la prima volta, attraverso il “segno dell’acqua benedetta” assapora la bellezza della vita nuova, la vita della fede affinché “aiutato dalle parole e dall’esempio dei suoi cari, impari ad amare Dio e il prossimo”.
Il Fonte battesimale, è segno di Colui che è la vera fonte, Cristo Gesù nato dal “fonte purissimo” del grembo della Vergine Maria.
Dal fonte il sacerdote attinge “l’acqua viva” che lava, che purifica, che ridona bellezza, che ristora la sete profonda dell’uomo, che rigenera… Così fecero, presso il “Pozzo di Santa Maria” i parenti del moribondo Sacerdote, don Domenico Tanzella: attinsero acqua senza sapere che quell’umile segno della natura avrebbe ridonato forza e vigore all’agonizzante congiunto. Anche oggi, tanti pellegrini, continuano ad attingere dallo stesso Pozzo, dalla stessa Fonte, l’acqua che invita e rinvia ad una vita più piena e più vera, quella cristiana!
Analizza il Papa: “In questi decenni è avanzata una «desertificazione» spirituale… E’ il vuoto che si è diffuso. Ma è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne. Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e così tengono desta la speranza. La fede vissuta apre il cuore alla Grazia di Dio che libera dal pessimismo”.
Si chiede Benedetto XVI: “Come mai tante persone oggi sentono il bisogno di fare questi cammini? Non è forse perché qui trovano, o almeno intuiscono il senso del nostro essere al mondo? Ecco allora come possiamo raffigurare questo Anno della fede: un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo…” (Omelia apertura Anno della fede, 11 ottobre 2012). A voi, famiglie, giovani, pellegrini, persone sofferenti nel corpo, auguro che la luce di Betlemme rischiari e rinvigorisca il “pellegrinaggio” della vostra vita, della vostra fede. Qui, troverete una Madre che certamente vi aiuterà a “sciogliere le vele” e a “prendere il largo”. AUGURI!