Sabato 20 Marzo 2021, alle 19 Santa Messa in suffragio per p. Salvatore Angiuli e il suo amore per la “Madonna piu potente del Mondo”

p. Salvatore con gli emigrati in Brooklyn USA

A 30 anni dalla sua dipartita vogliamo rendere omaggio e memoria a un frate che ha tanto amato la Madonna del Pozzo e il suo Santuario: p. Salvatore Angiuli.
“P. Salvatore aveva 78 anni di età ed era nato a Valenzano il 17 ottobre 1913. Il 25 novembre 1928 aveva indossato l’abito francescano, il 26 novembre 1929 aveva emesso la Professione Temporanea e il 28 ottobre 1934 si era consacrato definitivamente al Signore con la Professione Solenne.   All’età di 24 anni, il 24 ottobre 1937, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale”.
Affidiamo il ricordo alle parole di p. Angelo Marracino, Ministro Provinciale, estrapolate dal lungo elogio funebre tenutosi il giorno delle esequie il 20 marzo  1991

La sua vita e la sua personalità

P. Salvatore ha fatto parte anche del Governo della nostra Provincia: prima come Definitore Provinciale e poi come Vicario Provinciale. E’ stato anche, più volte, candidato all’ufficio di Ministro Provinciale.

p. Salvatore nel chiostro del Santuario

Ha svolto anche, per 13 anni consecutivi, una intensa azione culturale e pastorale a favore degli emigrati italiani negli Stati Uniti d’America. Ma il meglio di se stesso lo ha dato qui, a Capurso: sia come Guardiano del Convento della Madonna del Pozzo che come Rettore del Santuario omonimo.
Nei 27 anni in cui è stato di famiglia qui, a Capurso, ha impresso un ritmo frenetico alla sua attività. Una ne faceva e cento ne pensava. Alcune realizzazioni si devono a lui, alla sua lungimiranza e alla sua intraprendenza (…)

Per queste stupende realizzazioni e per altre ancora, che gli hanno attirato tanta simpatia, spesso è stato costretto a fare, come si suol dire, i salti mortali. Ma, sostenuto dai suoi Confratelli, non si è mai arreso, né si è perso mai di animo. Fortunatamente aveva molti amici, non solo a Capurso, ma anche negli Stati Uniti d’America, che egli riuniva periodicamente e ai quali non si vergognava di stendere la mano. L’aereo gli era molto familiare e in America era quasi di casa. Se qualcuno gli avesse chiesto quante volte aveva attraversato l’Atlantico, forse non l’avrebbe saputo dire. Ma egli non si preoccupava soltanto delle strutture, anche se di esse non si può fare a meno se si vogliono realizzare alcuni tipi di attività, ma si preoccupava anche della pastorale del Santuario – che è una pastorale sussidiaria e integrativa rispetto a quella parrocchiale – e non si sentiva tranquillo fino a quando non aveva provveduto adeguatamente alle varie esigenze di coloro che, per una ragione o per un’altra, frequentavano il Santuario. Ha sempre avuto un occhio particolare per i gruppi associativi laicali di ispirazione francescana. (…)

Salvatore sapeva soprattutto amare

p. Salvatore durante la processione della Madonna del Pozzo

Padre Salvatore sapeva fare tutte queste cose, ma sapeva soprattutto amare. Quelli che, per una ragione o per un’altra,  sono ricorsi a lui sono innumerevoli. Egli li ascoltava con la massima attenzione, con una grande pazienza e faceva quanto era nelle sue possibilità per andare incontro ai loro bisogni e ai loro giusti e legittimi desideri. Per aiutare gli altri ha macinato migliaia e migliaia di chilometri, in macchina e a piedi; ha bussato a centinaia e a centinaia di porte, di pubblici uffici e di privati cittadini; ha incontrato decine e decine di persone, in ufficio o a casa; e non si è vergognato di infastidire uomini politici, magistrati, impiegati delle varie amministrazioni dello Stato,   industriali e imprenditori, pur di accontentare quelli che ricorrevano a lui per avere un lavoro, per sollecitare una pratica di pensione, per trovare un posto in ospedale, per evitare una condanna ingiusta e immeritata, e per altre mille ragioni.

Il monumento di p. Salvatore del Cimitero di Capurso

Anche gli altri Frati, quando non sapevano come fare per aiutare un povero mortale a uscire da una certa situazione, si affidavano a lui. Egli era una specie di “pronto soccorso” per tutte le necessità della vita. Anch’io, tutte le volte che sono ricorso a lui, l’ho trovato sempre disponibile. E alla fine non voleva neppure essere ringraziato. A lui bastava la gioia di aver reso un servizio a un fratello che si trovava in una situazione di bisogno. E quando le difficoltà che incontrava sembravano davvero insormontabili, allora ricorreva o invitava a ricorrere alla Madonna del Pozzo, che lui riteneva – sono parole sue – “la Madonna più potente del mondo” e per la quale avrebbe dato anche l’anima al diavolo!”

Capurso – Santuario Madonna del Pozzo, 20 marzo 1991

P. Angelo M. Marracino Ministro Provinciale