Padre Francesco Patton a Bari per l’incontro promosso dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) dal 19 al 23 febbraio 2020 è l’attuale Custode di Terra Santa, è stato eletto dal Definitorio Generale dei Frati Minori il 20 Maggio 2016 per sei anni.
Fr. Francesco Patton, nato a Trento, diocesi di Trento, il 23 Dicembre 1963, appartiene alla Provincia di S. Antonio dei Frati Minori, Italia.
Ha emesso la prima professione religiosa il 7 Settembre 1983 e quella solenne il 4 Ottobre 1986. Ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 26 Giugno 1989.
Nel 1993, ha conseguito la Licenza in scienze della comunicazione presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma.
Ha svolto diversi servizi all’interno della sua Provincia di origine e all’interno dell’Ordine. È stato due volte Segretario generale del Capitolo generale OFM, 2003 e 2009. Visitatore generale, 2003. Ministro provinciale della Provincia “S. Vigilio” di Trento, 2008-2016. Presidente della Conferenza dei Ministri provinciali dell’Italia e Albania (COMPI), 2010-2013.
Numerosi gli incarichi fuori dell’Ordine: Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano e della Segreteria dello stesso Consiglio Pastorale Diocesano dell’Arcidiocesi di Trento; Docente di scienze della comunicazione sociale presso lo Studio Teologico Accademico Tridentino; Collaboratore del Settimanale Diocesano, della radio Diocesana e di Telepace Trento; iscritto all’albo dei giornalisti del Trentino – Alto Adige come pubblicista dal 1991. Oltre all’italiano, parla inglese e spagnolo.

Il Custode della Terra Santa, Guardiano del Santo Monte Sion e del Santissimo Sepolcro di NSJC, è il Ministro Provinciale (cioè il superiore) dei Frati Minori che vivono in tutto il Medio Oriente. Egli ha giurisdizione sui territori di Israele, Palestina, Giordania, Libano, Egitto (parzialmente), Cipro e Rodi senza contare le numerose case (Commissariati) in varie parti del mondo (vale la pena di nominare quelli di Washington, Napoli e Buenos Aires).

IN SINTESI L’INCONTRO DI BARI
“Mediterraneo non è solo bellezza generata dall’incontro delle diversità ma è anche violenza che esplode a causa dell’incapacità di comporre i giochi di potere, gli interessi contrapposti e le paure che queste stesse diversità possono alimentare”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, vescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, utilizza questa immagine forte, dolorosa, per aprire i lavori di Mediterraneo, frontiera di Pace, l’evento di spiritualità e di riflessione in corso al Castello Svevo di Bari al quale parteciperanno per cinque giorni cinquantotto vescovi e patriarchi di venti Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum.

L’incontro, che per le modalità di svolgimento può essere assimilato ad un vero e proprio sinodo, ha nella sua agenda temi cruciali come la fratellanza, la pace, la libertà religiosa. Senza dimenticare la situazione delle Chiese locali ed il loro rapporto con quelle sorelle.
Per contrastare le violenze, la povertà, le crescenti crisi politiche che attanagliano le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo, il cardinale Bassetti indica alla Chiesa la strada della profezia: “Essere Chiesa profetica – spiega – vuol dire essere Chiesa che vive della beatitudine dei poveri, degli affamati, degli assetati di giustizia” . Ma prima, aggiunge, dobbiamo “passare per il Miserere. Dobbiamo riconoscere che, fin dall’antichità cristiana, le nostre divisioni ecclesiali hanno ricalcato e rinforzato le divisioni culturali, politiche e militari dei popoli mediterranei”. Poi citando Giorgio La Pira, il presidente della Cei chiede che “il Mediterraneo torni ad essere quello che fu”. Uno sforzo al quale sono chiamate, con estrema celerità, anche la società civile e la politica.
I cinque giorni di lavori saranno scanditi da tavoli quotidiani di ascolto, confronto, dibattito. Ma anche da momenti di preghiera comune e la celebrazione mattutina della Santa Messa nella cripta della Basilica di San Nicola. Perché la preghiera è il motore di questo consesso. A concludere i lavori, domenica, sarà Papa Francesco che prima di celebrare la Santa Messa, potra’ approfondire le conclusioni del confronto “sinodale”, documento condiviso, frutto del discernimento comune.

Comunicazione
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