Presepe permanente

Immagine ArticoloIl 24 agosto 1968 si inaugurava, in una sala del chiostro della Basilica, un Presepe artistico permanente, realizzato da Matteo Lasala e da altri due italo-australiani che, come lui, in pochi mesi hanno costruito una struttura in mattoni forati, calce, cartongesso ed altri materiali poveri di inestimabile valore. Le bellissime statue, nell’abbigliamento tipico dell’antico Medioriente palestinese, sono opera dello scultore Salvatore Bruno. L’impianto elettrico, che realizza il completo ciclo astronomico del dì e della notte, e quello acustico di risonanza per la stereofonia, sono stati eseguiti dal nostro confratello padre Pio D’Andola del Santuario della Vetrana di Castellana Grotte (Ba). Il sottofondo musicale è dato da dodici canzoni natalizie cantate dalla corale “Pueri cantores” di Rho (Vi), diretta dal M° Luigi Toja. Il presepe si compone di tre parti, alle quali gli autori hanno voluto associare un significato simbolico-religioso.

I. Nel vestibolo d’ingresso l’attenzione del visitatore si concentra sui tempi messianici in cui l’attesa si

carica di immagini e simboli che, alla luce della vita di Gesù, saranno riletti in chiave cristologia. Ad esempio l’acqua, che per noi credenti rievoca molti episodi dell’Antico Testamento, assume un valore “nuovo” proprio nell’episodio, narrato dall’evangelista Giovanni, dell’incontro tra Gesù e la Samaritana. Il Signore continua ad elargire grazie, per intercessione della Beata Vergine Maria, a quanti si accostano alle sorgenti delle salvezza con precisi proponimenti di conversione perché: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi l’acqua che io gli darò diventerà sorgente che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 13-14).

II. Nella parte mediana la scena, costituita da tre ambienti intercomunicanti, racchiude il tema principale della visita: contemplare il Verbo fatto uomo in un umile luogo di Betlemme, attorniato da Maria e da Giuseppe, la famiglia di Gesù. «Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa “Dio con noi”. Destatosi, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù » (Mt 1,22-25). Case fiocamente illuminate, soffitte immerse nella quiete, vasi, pignatte, giare, anfore e altra terraglia collocate in bell’ordine, ricreano ambienti tipici dell’epoca storica nella quale « veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo » (Gv 1,10).

III. Lo sfondo è costituito da un “fiabesco microcosmo” in cui, le rocciose montagne, le immense pianure, le valli profonde, il lago con le sue depressioni carsiche, i paesi abbarbicati sulle rocce sembrano testimoniare le parole del salmista: « O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli » (Sal. 8,2-3). Il nostro presepe permanente è stato di recente restaurato (luglio 2005) dai coniugi Giuseppe e Maddalena Maselli di Bitetto (Ba), a motivo dell’usura che aveva reso alcuni particolari e parte dell’oggettistica logori e necessitanti di riparazioni e di riordino nelle scene.